Secret, l’app per l’anonimato resuscitata dalla vittoria di Trump

Il co-fondatore dell’app chiusa l’anno scorso riflette su social e presidenziali Usa e poi annuncia: “Secret sta per tornare, è troppo importante per non esserci”

Prima sì, poi no, poi forse. La storia di Secret, l’app che garantisce ai suoi utenti l’anonimato sia per la condivisione di file che per le conversazioni, è piena di alti e bassi. In realtà, prima di una comunicazione del suo co-fondatore nel post elezioni presidenziali americani, la storia era da considerarsi morta e sepolta. E invece, no.

“Secret V2 sta per tornare. È troppo importante per non esistere”, ha scritto David Byttow su Facebook. Lo ha scritto sabato, per poi fornire delucidazioni sul criptico messaggio. Sembra che a far scattare l’urgenza di una nuova versione della piattaforma, chiusa l’anno scorso, sia stata la voglia di offrire alle persone uno spazio dove potessero essere loro stesse, e non quello che devono sentir di essere nell’arena pubblica dei social.

Il dopo elezioni è stato ricco di analisi sull’aria viziata che si respira sui social network e sull’ecosistema sempre più vittima del filter bubble. “Siamo in una bolla, fanculo la bolla“, è la risposta che Byttow ha dato a TechCrunch, spiegando che “le persone non hanno un buon spazio per essere loro stesse in modo più autentico, specie davanti alle persone che conoscono.

C’è troppa paura, e troppo poca consapevolezza di sé. Abbiamo bisogno di più consapevolezza, a cominciare dalla Silicon Valley”.

Insomma, l’app che aveva chiuso proprio per le derive aggressive dell’anonimato, potrebbe rinascere proprio per una diversa lettura in merito alla libertà che l’anonimato potrebbe garantire.